Poetessa italiana. Figlia di Fabrizio, Gran Conestabile del
Regno di Napoli, moglie di Ferrante d'Avalos, marchese di Pescara. A 33 anni
rimase vedova. Appartenne alla schiera delle donne letterate del nostro
Rinascimento e sulle altre si levò per il suo carattere e per la gloria
che le tributarono i suoi contemporanei. Michelangelo le fu amico e la
cantò in versi pieni d'ispirazione; l'Ariosto la lodò nel suo
poema. Dopo la morte del marito, la
C., già per indole portata
alle severe meditazioni, si chiuse in un ritiro, dove compose le sue rime
d'amore e religiose, in cui appare evidente l'adesione alla formula
petrarchesca, che troppo spesso rende freddo e convenzionale lo slancio lirico
della sua anima di poetessa delicata e sensibile (Marino, Roma 1490 - Roma
1547).